lunedì 30 novembre 2009

Tempo di Avvento

“I will became flesh. I will feel what my creatures feel. I will see what they see.”

(Max Lucado, An Angel’s story The first Christmas from Heaven’s view)

domenica 29 novembre 2009

Scegli la gioia o la tristezza?

I domenica di Avvento
Appunti di una meditazione sul brano di Vangelo dell’Annunciazione (Lc 1, 26-38):





1. “Rallegrati”
Gesù ci viene incontro innanzitutto per invitarci alla gioia; prima ancora di affidarci un incarico vuole la nostra gioia.
Sono contento di quello che sto vivendo? Cosa mi fa perdere la gioia? Cosa mi fa davvero gioire? Non divertire, gioire! Perché il divertimento è una cosa diversa dalla gioia.
Perché l’uomo di oggi non è contento di quello che vive?
Ecco che l’Avvento diventa un momento per risvegliare la gioia nella nostra vita.
2. “Piena di Grazia” (amata da Dio gratuitamente)
Dio ci vuole bene gratis e così come siamo (anche quando non siamo amabili)!
Quanti dei nostri incontri sono ‘gratis’? Quanto stiamo insieme gratuitamente?
L’Avvento è un momento per riscoprire anche questa dimensione: la gratuità di Dio per noi e la nostra gratuità con gli altri.
3. “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”
L’Avvento è anche spazio per le domande profonde che portiamo dentro.
Qual è la domanda più insistente che ho nel cuore?
Rivolgerla a Dio che ci visita, per evitare di cercare risposte da tante altre parti.
4. “Non temere”
Dio ci è accanto per essere risposta.
Ma anche Lui attende la nostra risposta.
L’Avvento è il tempo della nostra risposta a Dio; è il tempo in cui siamo chiamati a scegliere per la gioia o per la tristezza.


AVVENTO:
- tempo per riscoprire la gioia
- tempo per riscoprire la gratuità (ricevuta e donata/da donare)
- tempo per le domande che abbiamo nel cuore
- tempo in cui Dio si fa accanto a ciascuno per essere risposta
- tempo per la nostra risposta...

Scelgo la gioia o la tristezza?


venerdì 27 novembre 2009

Incontro con i genitori e gli alunni di seconda




Questo post è qui in ricordo di una magica serata: ho il cuore pieno!
Ed è una gioia indescrivibile...

giovedì 26 novembre 2009

110 e lode!


#7 oggi si è laureato.
Festa in "famiglia".
Semplicità e gioia...
Grazie!

martedì 24 novembre 2009

"Mille piccoli atti d'amore"

“Rachel non era mai più felice e raggiante di quando sedeva a capo della sua bella tavolata. Perfino nel modo con cui passava un piatto di focacce o una tazza di caffè c’era qualche cosa di così materno, di così affettuoso, che sembrava ella trasfondesse uno spirito d’amore nel cibo e nella bevanda che offriva.
Per la prima volta Gorge sedeva da pari a pari alla tavola di un bianco; vi si accostò quindi con peritanza e imbarazzo, che subito però dileguarono come nebbia mattutina ai raggi benefici di quella cordialità semplice e schietta.
Quella sì che era una «casa»: e Gorge che non conosceva ancora il significato di quella parola, si accorgeva che un nuovo senso di fede in Dio e di fiducia nella Provvidenza cominciava ad avvolgere il suo cuore di una nube d’oro di speranza e d’amore; i suoi neri e deleteri dubbi di misantropo e d’ateo, la sua atroce disperazione, dileguavano come nebbia mattutina alla luce di quel Vangelo in azione, spirante dai visi affettuosi che lo circondavano, predicato da mille piccoli atti d’amore che, come il bicchier d’acqua offerto in nome di un apostolo, non mancheranno di avere la loro ricompensa.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

lunedì 23 novembre 2009

Meraviglioso

“E’ vero / credetemi è accaduto / di notte su di un ponte / guardando l’acqua scura / con la dannata voglia / di fare un tuffo giù.
D’un tratto / qualcuno alle mie spalle / forse un angelo / vestito da passante / mi portò via dicendomi / così:
Meraviglioso,
ma come non ti accorgi / di quanto il mondo sia / meraviglioso.
Meraviglioso,
perfino il tuo dolore / potrà apparire poi / meraviglioso.
Ma guarda intorno a te / che doni ti hanno fatto: / ti hanno inventato il mare!
Tu dici non ho niente / Ti sembra niente il sole!
La vita / l’amore.
Meraviglioso [...]
La luce di un mattino / l’abbraccio di un amico / il viso di un bambino.
Meraviglioso / meraviglioso… [...]”

(Negramaro, Meraviglioso)

Meraviglioso...

venerdì 20 novembre 2009

"Ce lo dovremmo sempre ricordare"

“Vede, padroncino Gorge, non dovrebbe sentirsi superiore agli altri per quello che ha, perché tutto quello che abbiamo non è merito nostro, ce lo dovremmo sempre ricordare, - disse la zia Chloe seria seria.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

lunedì 16 novembre 2009

Ai genitori

“Si possono tenere lezioni sull’amore; ma Giovanni Paolo II diceva che la vera scuola dell’amore è la famiglia, perché se sai amare i membri della tua famiglia puoi amare praticamente ogni persona che vive sulla faccia della terra, perché in famiglia devi esercitare il perdono e la pazienza. Io credo che quando i genitori praticano le virtù - generosità, perdono, pazienza, ... - è più facile che i figli li seguano - compresa la virtù della purezza.
Forse non vi obbediranno sempre, ma penso che non mancheranno mai di imitarvi; questo perché è più facile cogliere le virtù che insegnarle: sono contagiose. Vizi e virtù sono contagiosi. Se voglio che mio figlio impari l’umiltà non gli do un libro sull’argomento, cerco di mostrargliela con la mia vita. [...] La cosa migliore che un padre può fare per i suoi figli è amare sua moglie. [...] Mi diceva una ragazza che suo padre un giorno le ha detto: «Spero veramente che un giorno tu possa trovare un ragazzo che ti ami tanto quanto io amo tua madre». Questa frase ha lasciato un segno in quella ragazza: non si accontenterà di una relazione inferiore a quella bellissima che ha visto tra i suoi genitori.”


(da un’intervista a Jason Evert)

La cosa migliore che un padre può fare per i suoi figli è amare sua moglie...

sabato 14 novembre 2009

venerdì 13 novembre 2009

Matrimonio e famiglia

“Le discussioni e i ragionamenti sui diritti della donna, sui rapporti fra i coniugi, sulla loro libertà e sui loro diritti, benché non si chiamassero ancora, come si chiamano ora, problemi, esistevano in quel tempo come ai nostri giorni; ma quei problemi non interessavano Natascia, che nemmeno li capiva.
Questi problemi, in quel tempo come ora, esistevano soltanto per quelle persone che nel matrimonio vedono solamente il reciproco piacere dei coniugi, e cioè, solamente un aspetto del matrimonio e non il suo vero essere, che si manifesta nella famiglia.
Questi ragionamenti e i problemi odierni, simili al problema, in qual modo ricavare il più gran piacere da un pranzo, allora come adesso, non esistono per le persone per le quali lo scopo d’un pranzo è il nutrimento, e lo scopo del matrimonio è la famiglia.
Se lo scopo del pranzo è il nutrimento del corpo, colui che mangerà di colpo due pranzi ne avrà, forse, maggior piacere, ma non conseguirà lo scopo, perché lo stomaco non digerisce due pranzi.
Se lo scopo del matrimonio è la famiglia, l’uomo che vorrà avere molte mogli, la donna che vorrà avere molti mariti, forse, ne trarranno molto piacere, ma in nessun caso potranno avere una famiglia.
Tutta la questione, se lo scopo del pranzo sia il nutrimento e lo scopo del matrimonio - la famiglia, si risolve solamente col non mangiare più di quanto lo stomaco può digerire, e nel non avere più mogli e più mariti di quanto è necessario per una famiglia, e cioè, una ed uno. Natascia aveva desiderato un marito, e l’aveva avuto. E il marito le aveva dato una famiglia. E di un altro marito migliore non solo essa non vedeva la necessità, ma poiché tutte le sue forze spirituali erano rivolte allo scopo di servire a quel marito e alla famiglia, non poteva immaginarsi e non vedeva nessun interesse nell’immaginare che cosa sarebbe accaduto in circostanze diverse.”
(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

martedì 10 novembre 2009

La follia dell'amore

“La follia di Pierre consisteva in questo: che egli non aspettava, come prima, di avere qualche ragione personale, quelle ragioni che egli chiamava meriti degli uomini, per amarli; ma l’amore colmava il suo cuore, ed egli amando gli uomini senza un motivo, trovava indubitabili ragioni, per le quali era in obbligo di amarli.”

(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

sabato 7 novembre 2009

Bambino

"Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento."

(Alda Merini, Bambino)

giovedì 5 novembre 2009

"Tutto ciò con cui la vita lo faceva incontrare"

“Amava parlare e parlava bene, ornando il suo discorso con vezzeggiativi e proverbi che, così pareva a Pierre, egli stesso inventava; ma la principale attrattiva dei suoi racconti consisteva in questo: che nel suo linguaggio i più semplici avvenimenti, qualche volta quegli stessi a cui Pierre assisteva, senza notarli, acquistavano un carattere di solenne bellezza. Amava ascoltare le favole che un soldato raccontava durante le sere (sempre le medesime); ma più di tutto amava ascoltare dei racconti sulla vita vera. Sorrideva di gioia, ascoltandoli, intercalava delle parole e faceva delle domande che tendevano a chiarire nella sua mente la bellezza di quanto udiva. Non aveva affezioni, amicizia, amore, nel senso che Pierre dava a queste parole; ma viveva con amore e amava tutto ciò con cui la vita lo faceva incontrare, soprattutto l’uomo, - non un qualsiasi uomo determinato, ma quegli uomini che aveva davanti agli occhi.”

(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

lunedì 2 novembre 2009

Bellezza che 'affiora' dall'interno

"Come ad un tratto, quando si accende la luce all'interno, appare con una bellezza inattesa e sorprendente, sulle pareti di una lanterna dipinta e arabescata, quel lavoro complicato, artistico e fine, che pareva prima grossolano, oscuro e privo di senso, così di colpo si era mutato il volto della principessina Maria. Per la prima volta tutto quel lavorío interno, puro, spirituale, di cui aveva vissuto fino allora, affiorava. Tutto quel lavorío interno, quel malcontento di sé, le sue sofferenze, la sua aspirazione verso il bene, la sua rassegnazione, l'amore, il sacrificio di se stessa, tutto questo splendeva ora in quegli occhi luminosi, nel fine sorriso, in ogni tratto del suo volto delicato."

(Lev Tolstoj, Guerra e pace)