lunedì 6 settembre 2010

L'intimità costitutiva

“Questo nucleo della persona, è il suo sacrario, un luogo dove può entrare solo l’individuo e nessun altro se lui non vuole. L’esistenza di questa parte dell’uomo è garanzia che falliranno tutti i totalitarismi, e le tirannie perché non potranno mai arrivare a dominare qui. Questo giustifica l’eroismo, il martirio, la decisione di perdere anche la libertà esterna ma di non consegnare all’altro che mi insidia il mio mondo interiore. Un uomo può perdere le cose più preziose ed essere sempre sé stesso.
"IL saggio (...) anche se ha un grande affetto per gli amici e li ama come e più di se stesso, porrà sempre dentro di sé il termine di ogni bene e ripeterà ciò che disse Stilbone, quello Stilbone che Epicuro rimprovera nella sua lettera. La sua città natale era stata presa; egli aveva perduto la moglie e i figli. Mentre solo, e tuttavia felice, usciva fuori dalla città incendiata, gli fu chiesto da Demetrio se avesse perduto qualcosa. «Tutti i miei beni - rispose - sono con me». Ecco un uomo forte e coraggioso che vinse il suo stesso vincitore. «Non ho perduto nulla» egli disse, e costrinse l’altro a dubitare se avesse veramente vinto. «Tutti i miei beni sono con me»"*”

*L. A. Seneca, L’arte di vivere

(Francesco Romano, Figli di questo tempo)

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