domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua!

“«Perché risorgo, padre?
Perché il tuo nome è stato
il mio pane quotidiano.
Ogni giorno Tu mi hai dato
da mangiare e da bere
come il migliore dei padri.
Tu mi hai nutrito
del tuo vero nome.
Era inutile
parlare agli altri
del sommo amore per il divino:
perciò sono gonfio
di parole e di esempi,
sono diventato un’offerta,
un’offerta viva,
viva e morta,
Signore,
ma non tanto morta
da non poter sollevare
le pietra del sepolcro,
perché nel tuo nome,
Dio,
si può tutto,
si può nascere e morire,
e trionfare nel mondo.
[…]»”

(Alda Merini, Poema della croce)


venerdì 22 aprile 2011

Vero Dio e Vero Uomo

“[...] dopo pochi passi, si sentì penetrare da un’angoscia, una tristezza, una paura, un’afflizione così amare e acerbe, che d’improvviso si rivolse ai tre Apostoli con quelle parole accorate che tradivano l’animo oppresso: La mia anima è triste fino alla morte.
Una mole immensa di sofferenza si abbatteva sul corpo sensibile e delicato del Salvatore. Se ne sentiva già sovrastato, e quasi soverchiato: il tradimento, la consegna agli spietati nemici, l’incarcerazione, le false accuse, le bestemmie, la flagellazione, le spine, i chiodi, la croce e i terribili supplizi prolungati per ore.
L’angosciava inoltre il pensiero dei discepoli atterriti, dei giudei perduti, della morte disperata del suo stesso perfido traditore e l’indicibile strazio dell’amatissima Madre. Questa tempesta di dolori, che gli piombavano addosso tutti in una volta, inondava il suo tenerissimo cuore come un oceano in piena.
Forse qualcuno troverà strano che il nostro Salvatore - essendo vero Dio, eguale al Padre onnipotente - abbia potuto provare tristezza, angoscia e dolore. Certo, non avrebbe potuto soffrire tutto ciò se, essendo Dio, non fosse stato, esattamente allo stesso modo, anche uomo.”

(Tommaso Moro, Nell’orto degli ulivi)


venerdì 15 aprile 2011

Un non so che di cosmico

“Il ciclo mestruale ha, come sua prima fase, lo sviluppo del follicolo e in esso della cellula uovo, come per il primo quarto lunare o della luna crescente.

E’ il tempo del risveglio, del rifiorire primaverile della natura orientata verso l’estate, che sarà il tempo della messe, della fruttificazione.
La donna in questa fase viene inondata da una carica, da un tasso sempre più alto di ormoni estrogeni e di androgeni che modificano in senso positivo tutto il suo corpo; come la terra per le piogge primaverili è più ricca, più gonfia di acqua così il corpo e la psiche della donna vengono profondamente rinnovati.

La donna si sente interiormente rifatta, progressivamente sempre più carica di energia dinamica, espansiva, rivolta all’esterno. Fatta padrona di sé si sente capace e pronta a produrre, a costruire nuovi e più profondi progetti di vita di relazione. Essendo più comprensiva, più tollerante, più ricettiva, più materna, più disponibile ai bisogni altrui, sente anche maggiormente il bisogno di incontrarsi con chi gli è opposto, complementare; [...] per costruire insieme una pienezza di essere e di vita.
A ben guardare tutte queste manifestazioni comportamentali della soggettività della donna, evidenziabili come forme tipiche di questa fase del suo ciclo mestruale, sono predisponenti ad un agire intimo, pieno di slanci di oblatività capaci di aprirsi [...] all’evento di una possibile nuova vita nascente.

Quando si è raggiunto questo acme ormonale, lo splendore solare, energetico della femminilità, si compiono le condizioni biologiche favorenti il possibile realizzarsi del miracolo della vita.
[...]

Concluso l’attimo di tempo che l’ovulo concede alla fertilizzazione, meno di un giorno, la donna entra in una successiva fase di transizione, di attesa. Sotto un certo aspetto è opportuno questo stato d’animo di rallentamento di attività, in quanto, qualora si fosse realizzato un concepimento, si tratterebbe di spostare il centro di interessi vitali su questa nuova realtà.
[...]
Ma, come più spesso accade, il miracolo della vita non si compie e il progesterone, ormone protettore della vita, è portato ad arrendersi e trasformarsi in un’azione di regressione e a dar luogo, con un nuovo ciclo mestruale, alla mestruazione.

Questa fase corrisponde a quella della luna calante, del progressivo venir meno della luce per raggiungere l’oscurità o, se si vuole, l’autunno che gradualmente si sfoglia, si contrae per irrigidirsi nel freddo dell’inverno.
La donna si intristisce, abbandona le sue attese, le sue speranze, i suoi progetti, rallenta i suoi ritmi vitali, perde l’aspetto luminoso e ogni slancio verso l’esterno, si fa sempre più introversa, si lascia andare alla ricerca dei suoi bisogni più personali e quanto più si avvicina al mestruo si sente sempre più nervosa, irritabile, intollerante, litigiosa fino a raggiungere lo stato culminante nel mestruo.

La fase del buio, della notte, della stagione sfavorevole corrisponde al momento del flusso mestruale, che segna la fine del mese e l’inizio di quello successivo.
Il tempo del flusso mestruale, della perdita sanguigna, conseguenza dello scollamento della mucosa uterina, viene immaginato e paragonato al pianto dell’utero deluso e amareggiato per il mancato concepimento, che è il fine biologico a cui tende il ciclo mestruale.

Ma appunto perché la natura non ha realizzato il suo intrinseco scopo, preso atto, con dolore, del fallimento avvenuto, ben presto riparte, con rinnovata speranza, per un nuovo tentativo.

Mentre il sangue bagna ancora la donna, come d’inverno sotto la neve, la terra del suo apparato generativo è in profondità ancora viva e già ricca di nuove cellule germoglianti.”

(Gabriele Bonomi - Cesare Gianatti - Rosaria Marelli,
Il segno dei giorni fertili)