domenica 11 ottobre 2009

Un buon confidente

"Un'altra qualità che non dovrebbe mai mancare in un buon confidente è la disposizione d'animo ad ascoltare per capire e non per curiosare nella vita altrui. E' un cattivo confidente colui che, approfittando della fiducia del suo interlocutore, lo ascolta solo per assecondare il desiderio malsano di spiare la sua intimità. L'atteggiamento giusto con cui dovremmo predisporci a ricevere una confidenza è piuttosto quello di ascoltare con l'intenzione di «farci carico», capire ciò che una persona ci sta raccontando per poterla così consigliare, consolare, per farle animo o rallegrarci insieme a lei. Al buon confidente non interessano tanto i fatti quanto le ripercussioni che questi fatti hanno avuto sulla persona che sta parlando. Il buon confidente si preoccupa più per la persona che per le cose che le sono accadute; queste ultime sono passeggere, mentre ciò che resta è l'intimità dell'amico. Ed è un buon confidente anche colui che lascia parlare [...]. E' colui che lascia briglia sciolta a chi sente la necessità di sfogarsi, che non interrompe a meno che non lo ritenga indispensabile, che accetta di essere spettatore e di lasciare all'altro il ruolo di protagonista. Che, infine, dimostra la sua partecipazione attraverso il silenzio, lo sguardo attento, un piccolo cenno del capo e che tutt'al più fa una domanda se non ha capito fino in fondo."

(Miguel Ángel Martí García, L'intimità)

3 commenti:

1sorriso.. ha detto...

Un buon confidente - un buon amico! - ti accompagna nel buio, verso la luce...
;-)

Anonimo ha detto...

un sorriso che non dai
è un sorriso che non hai

Tiziana

1sorriso.. ha detto...

Benvenuta!
:-)