venerdì 8 gennaio 2010

Radici di bontà

“Il carretto avanzò per un viale inghiaiato pieno d’erbacce, sotto una nobile arcata di alberi della Cina, le cui forme aggraziate e il fogliame, sempre rinverdito, sembravano le uniche cose che l’abbandono non avesse spaventato o abbrutito: simili a nobili spiriti, in cui la bontà ha sì profonde radici da fiorire perfino nello sconforto e nella decadenza.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

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