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venerdì 8 gennaio 2010

Radici di bontà

“Il carretto avanzò per un viale inghiaiato pieno d’erbacce, sotto una nobile arcata di alberi della Cina, le cui forme aggraziate e il fogliame, sempre rinverdito, sembravano le uniche cose che l’abbandono non avesse spaventato o abbrutito: simili a nobili spiriti, in cui la bontà ha sì profonde radici da fiorire perfino nello sconforto e nella decadenza.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

martedì 5 gennaio 2010

Il tempo che mi appartiene

“— E che dire, — seguitò St. Clare, parlando in astratto ma con molta emozione, — di qualcuno che, chiamato invano dal suo cuore, dalla sua istruzione, dai bisogni della società, a qualche nobile scopo si è contentato di andare alla deriva, sognatore inutile e spettatore neutrale delle lotte, delle angosce e delle ingiustizie degli uomini, quando avrebbe potuto fare la sua parte?
— Direi, — osservò la signorina Ophelia, — che dovrebbe pentirsi e cominciare adesso.
— Sempre pratica e dritta allo scopo! — commentò St. Clare col volto illuminato da un sorriso. — Tu non mi lasci mai tempo per le considerazioni generali, cugina mia: mi riporti in quattro e quattr’otto al tempo presente; hai sempre in mente una specie di eterno adesso.
Adesso è il solo tempo che mi appartiene. —”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

martedì 24 novembre 2009

"Mille piccoli atti d'amore"

“Rachel non era mai più felice e raggiante di quando sedeva a capo della sua bella tavolata. Perfino nel modo con cui passava un piatto di focacce o una tazza di caffè c’era qualche cosa di così materno, di così affettuoso, che sembrava ella trasfondesse uno spirito d’amore nel cibo e nella bevanda che offriva.
Per la prima volta Gorge sedeva da pari a pari alla tavola di un bianco; vi si accostò quindi con peritanza e imbarazzo, che subito però dileguarono come nebbia mattutina ai raggi benefici di quella cordialità semplice e schietta.
Quella sì che era una «casa»: e Gorge che non conosceva ancora il significato di quella parola, si accorgeva che un nuovo senso di fede in Dio e di fiducia nella Provvidenza cominciava ad avvolgere il suo cuore di una nube d’oro di speranza e d’amore; i suoi neri e deleteri dubbi di misantropo e d’ateo, la sua atroce disperazione, dileguavano come nebbia mattutina alla luce di quel Vangelo in azione, spirante dai visi affettuosi che lo circondavano, predicato da mille piccoli atti d’amore che, come il bicchier d’acqua offerto in nome di un apostolo, non mancheranno di avere la loro ricompensa.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

venerdì 20 novembre 2009

"Ce lo dovremmo sempre ricordare"

“Vede, padroncino Gorge, non dovrebbe sentirsi superiore agli altri per quello che ha, perché tutto quello che abbiamo non è merito nostro, ce lo dovremmo sempre ricordare, - disse la zia Chloe seria seria.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)