martedì 24 novembre 2009

"Mille piccoli atti d'amore"

“Rachel non era mai più felice e raggiante di quando sedeva a capo della sua bella tavolata. Perfino nel modo con cui passava un piatto di focacce o una tazza di caffè c’era qualche cosa di così materno, di così affettuoso, che sembrava ella trasfondesse uno spirito d’amore nel cibo e nella bevanda che offriva.
Per la prima volta Gorge sedeva da pari a pari alla tavola di un bianco; vi si accostò quindi con peritanza e imbarazzo, che subito però dileguarono come nebbia mattutina ai raggi benefici di quella cordialità semplice e schietta.
Quella sì che era una «casa»: e Gorge che non conosceva ancora il significato di quella parola, si accorgeva che un nuovo senso di fede in Dio e di fiducia nella Provvidenza cominciava ad avvolgere il suo cuore di una nube d’oro di speranza e d’amore; i suoi neri e deleteri dubbi di misantropo e d’ateo, la sua atroce disperazione, dileguavano come nebbia mattutina alla luce di quel Vangelo in azione, spirante dai visi affettuosi che lo circondavano, predicato da mille piccoli atti d’amore che, come il bicchier d’acqua offerto in nome di un apostolo, non mancheranno di avere la loro ricompensa.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

2 commenti:

1sorriso.. ha detto...

A volte pensiamo di dover fare o dire chissà che cosa; e invece...
basta davvero poco...

Carmen ha detto...

Concordo...eccome se concordo!