venerdì 13 novembre 2009

Matrimonio e famiglia

“Le discussioni e i ragionamenti sui diritti della donna, sui rapporti fra i coniugi, sulla loro libertà e sui loro diritti, benché non si chiamassero ancora, come si chiamano ora, problemi, esistevano in quel tempo come ai nostri giorni; ma quei problemi non interessavano Natascia, che nemmeno li capiva.
Questi problemi, in quel tempo come ora, esistevano soltanto per quelle persone che nel matrimonio vedono solamente il reciproco piacere dei coniugi, e cioè, solamente un aspetto del matrimonio e non il suo vero essere, che si manifesta nella famiglia.
Questi ragionamenti e i problemi odierni, simili al problema, in qual modo ricavare il più gran piacere da un pranzo, allora come adesso, non esistono per le persone per le quali lo scopo d’un pranzo è il nutrimento, e lo scopo del matrimonio è la famiglia.
Se lo scopo del pranzo è il nutrimento del corpo, colui che mangerà di colpo due pranzi ne avrà, forse, maggior piacere, ma non conseguirà lo scopo, perché lo stomaco non digerisce due pranzi.
Se lo scopo del matrimonio è la famiglia, l’uomo che vorrà avere molte mogli, la donna che vorrà avere molti mariti, forse, ne trarranno molto piacere, ma in nessun caso potranno avere una famiglia.
Tutta la questione, se lo scopo del pranzo sia il nutrimento e lo scopo del matrimonio - la famiglia, si risolve solamente col non mangiare più di quanto lo stomaco può digerire, e nel non avere più mogli e più mariti di quanto è necessario per una famiglia, e cioè, una ed uno. Natascia aveva desiderato un marito, e l’aveva avuto. E il marito le aveva dato una famiglia. E di un altro marito migliore non solo essa non vedeva la necessità, ma poiché tutte le sue forze spirituali erano rivolte allo scopo di servire a quel marito e alla famiglia, non poteva immaginarsi e non vedeva nessun interesse nell’immaginare che cosa sarebbe accaduto in circostanze diverse.”
(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

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