martedì 31 agosto 2010

La preghiera è inutile

"PRODUCE" QUALCOSA DI MOLTO IMPORTANTE SOLO SE "NON SERVE" A NIENTE E A NESSUNO

“Mi rendo conto che il titolo di questa pagina è provocatorio e potrebbe essere male inteso.
Ma tu cerca di seguirmi in questo semplice ragionamento.
Fatti una domanda: quale madre sarebbe contenta di sentirsi dire da suo figlio che il bacio con la quale egli la saluta è per lui "utile" per qualche secondo fine: supponiamo per essere perdonato della sua ultima disobbedienza, o per ottenere la mancia o un regalo?
Perché devi pensare che Dio sia così meschino da compiacersi di una preghiera "a contratto" o addirittura "a ricatto"?
In un mondo in cui la vita umana è sempre più esposta alla dimensione quasi esclusiva dell’utile commerciale e della legge della produttività, per cui vale solo quanto produce qualcosa di buono e quanto è commercialmente valutabile in termini di convenienza, la custodia degli spazi residui della gratuità, della gratitudine, del dono disinteressato, diventa sempre più necessario alla sopravvivenza di qualcosa che possa dirsi veramente umano.
A che cosa "serve" una sinfonia di Beethoven o un capolavoro di Michelangelo?
La preghiera dovrebbe essere qualcosa di diverso e "servire" a qualcosa d’altro?
Essa fa parte dell’ordine dei fini e non dei mezzi: non va strumentalizzata e resa "utile" per qualcosa d’altro, fosse pure la famosa "salvezza dell’anima".
So che ci sono stati dei santi che hanno scritto interi trattati spirituali su "Il gran mezzo della preghiera". Continuo a ritenere, tuttavia, che è necessario capire bene quanto si vuol dire con questa espressione. In realtà la preghiera è preziosa e produce un bene immenso che è appunto la partecipazione alla suprema "inutilità" di un Dio che è amore gratuito, e incondizionato dono di sé.
La preghiera cambia il tuo cuore, guarisce le tue ferite, consola la tua vita, purifica i tuoi pensieri, ti apre all’accoglienza dei doni di Dio, arriva perfino ad ottenere miracoli: ma tutto questo avviene solo quando è preghiera autentica, cioè quando l’efficacia del "gran mezzo" della preghiera scaturisce dalla sua autenticità di puro e semplice atto d’amore per il Signore, e come tale rifiuta ogni considerazione magica o superstiziosa del rapporto strumentale tra prestazione religiosa offerta e beneficio ottenuto.
Ti sembra possibile credere a un Dio che vive e compie ogni cosa per puro suo interesse personale? Un Dio che avrebbe il suo tornaconto dalla nostra obbedienza alle sue leggi e si nutrirebbe del fumo dei nostri olocausti e dei nostri sacrifici, come se ne avesse fame?
Già la predicazione profetica, nella antica alleanza, annunciava la falsità radicale di questo modo di concepire e di vivere il culto e la preghiera.
[...] Che la tua preghiera sia sempre un arrendersi sfiduciale nella bontà del Padre che sa cosa è buono per te, anche se è bello che tu, nella tua fiducia filiale, gli chieda ciò che ritieni per te desiderabile.”

(Mons. Diego Coletti, Pregate, fratelli e sorelle...)

lunedì 30 agosto 2010

Essere innamorati 2

“Quando uno si innamora - o «continua a essere innamorato» - il mondo acquista un significato e una pienezza - persino uno splendore - di cui era privo quando i nostri occhi non erano potenziati dalla forza dell’amore. Meraviglioso non ci appare solo l’essere amato; la creazione tutta assume una bellezza insolita. Tutto sembra brillare di luce nuova. La spiegazione di un tal fatto non ha nulla di complicato. In altro luogo, ricorrendo a un linguaggio strettamente filosofico, ho definito la bellezza come «l’essere portato a pienezza e divenuto presenza». Uno dei fattori ineliminabili di questa «pienezza» è la totalità o compiutezza che, da tempi immemorabili, è annoverato tra gli elementi del bello. Una realtà incompiuta - senza il tocco finale che ne fa un autentico capolavoro - non è bella. Ebbene, l’essere amato è colui che completa per noi l’universo, gli dona l’interezza, ce lo avvicina... e lo fa risplendere di nuovo fulgore.
Al pari del cosmo, anche noi siamo resi «completi». Anche noi brilliamo di splendore - di forza, di vigore, di contentezza - inusitato.”

(Tomás Melendo Granados, Otto lezioni sull’amore umano)

domenica 29 agosto 2010

Unico e irripetibile

“Non ritenerti di più, o di meno, o uguale rispetto a una qualsiasi altra persona, poiché noi uomini non siamo quantità. Ciascuno è unico e insostituibile; poni tutto il tuo impegno nell’esserlo coscienziosamente.”

(Miguel de Unamuno)

sabato 28 agosto 2010

Avere iniziativa

“[...] nel gennaio del 1981 [...] scriveva rivolta a se stessa:
«Voglio che tu abbia iniziativa, che non ti abitui alle cose “normali”, alla routine, a segnare il passo. Per questo devi sforzarti di analizzare e criticare costantemente ciò che leggi e ciò che ti dicono.
Devi dialogare con i tuoi compagni, con i tuoi insegnanti e anche con i tuoi libri. Non puoi essere un semplice spettatore, un elemento passivo. E’ molto bello che tu pensi che con il tuo lavoro stai rendendo il mondo sempre migliore.
Non si può non far niente o fare solo quello che sei obbligato a fare, senza sapere perché lo fai, senza cercare di migliorare in quello che fai, senza pensare al bene degli altri.
Non bisogna essere come delle pecore, senza opporsi a ciò cui sei contraria, lasciandosi trascinare. Bisogna ampliare le proprie vedute. Bisogna avere spirito di iniziativa, non cambiare il proprio parere a seconda di ciò che gli altri pensano».”

(Michele Dolz, La primavera di Valeria)

venerdì 27 agosto 2010

"Senza altro motivo che l'amore stesso"

“Fare del bene e farlo bene, è un compito così impegnativo che talvolta può insinuarsi la tentazione del ripensamento: ‘Chi me l’ha fatto fare?’. E’ il momento della maturazione dell’amore, quando diventa un’opzione di vita e non più un fugace sentimento frutto di emozioni passeggere. L’amore è sempre giovane e forte quando scatta da una volontà determinata ad amare ancora, senza altro motivo che l’amore stesso.”

(P. Hernán, Grazie, Italia!)

martedì 24 agosto 2010

Falsa libertà

“Quando un popolo, diviso dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni.
E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.”

(Platone, La Repubblica, libro VIII)

lunedì 23 agosto 2010

Essere innamorati

“Sebbene Cristina ora occupasse più che mai i suoi pensieri, tutto il contesto di questi pensieri aveva cambiato carattere. Non si sentiva più sperso, ma felice, ilare, pieno di speranza. Il cambio di prospettiva si rifletté nel suo lavoro. Era abbastanza giovane per poter creare di sana pianta nella sua fantasia una situazione, costante, nella quale Cristina lo osservava nell'atto di esercitare la sua professione, rilevava la diligenza del suo metodo, lo scrupolo dei suoi esami, lo lodava per la meticolosa accuratezza delle sue diagnosi. Quando sentiva la tentazione di sbrigare una visita, di arrivare ad una conclusione senza aver auscultato il petto del paziente, la respingeva pensando: "Dio, no! Cosa penserebbe Cristina se mi vedesse!"”
(A.J.Cronin, La cittadella)

domenica 8 agosto 2010

Gracias a la vida

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me dió dos luceros,
Que cuando los habro
Perfecto distingo,
Lo negro del Blanco,
Y en el alto cielo,
Su fondo estrellado,
Y en las multitudes
Al ombre que yo amo.

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado el oído,
Que en todo su hancho,
Grava noche y dia
Grillos y canarios,
Martillos Turbinas
Ladridos Chubascos
Y la voz tan tierna
Del que estoy amando.

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado el sonido
Y el abecedario,
Con el las palabras,
Que pienso y declaro
Madre amigo hermano,
Yluz alumbrando,
La ruta del alma
Del que estoy amando.

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado la marcha
De mis pies cansados,
con ellos anduve,
ciudades y charcos,
Playas y desiertos,
Montañas y llanos
Y la casa tuya,
Tu calle y tu patio.

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me dio el corazón
Que agita su marco
Cuando miro el fruto
Del cerebro humano,
Cuando miro el bueno
Tan lejos del malo
Cuando miro el fondo
De tus ojos claros.

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado la risa
Y me ha dado el llanto
Asi yo distingo
Dicha de quebranto
Los dos materiales
que forman mi canto
y el canto de ustedes
que es el mismo canto,
y el canto de todos,
que es mi propio canto.

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto.

(canzone colombiana)