sabato 30 gennaio 2010

Chi è migliore?

“«Asher».
«Sì, Rebbe».
«Una vita dovrebbe essere vissuta per amore del cielo. Un uomo non è migliore di un altro perché è un medico e l’altro è un calzolaio. Un uomo non è migliore di un altro perché uno è un avvocato e l’altro è un pittore. Una vita la si misura in base a come è vissuta nell’amore del cielo. [...]»”


(Chaim Potok, Il mio nome è Asher Lev)

giovedì 28 gennaio 2010

“Così la vita sarebbe stata preziosa...”

“E disegnai anche il modo in cui una volta mio padre aveva guardato un uccello steso su un fianco sul bordo del marciapiedi, vicino a casa nostra. Era Sabato e stavamo tornando dalla sinagoga.
«E’ morto, papà?». Avevo sei anni e non osavo guardarlo.
«Sì», lo sentii dire in tono triste e distante.
«Perché è morto?».
«Tutto ciò che vive deve morire».
«Tutto?».
«Sì».
«Anche tu papà? E mamma?».
«Sì».
«E io?».
«Sì», disse. Poi aggiunse, in yiddish: «Ma che questo accada solo dopo che avrai vissuto una vita lunga e buona, mio Asher».
Non riuscivo a capire. Mi sforzai di guardare l’uccello. Tutto ciò che era vivo un giorno sarebbe stato immobile come quell’uccello?
«Perché?» chiesi.
«E’ così che il Ribbono Shel Olom ha creato il Suo mondo, Asher».
«Perché?».
«Così la vita sarebbe stata preziosa, Asher. Qualcosa che è tuo per sempre, non è mai prezioso».”

(Chaim Potok, Il mio nome è Asher Lev)

domenica 24 gennaio 2010

Anche il ricevere è divino!

“Veramente la gratitudine di chi si lascia amare è essenziale all'amore, almeno quanto la gratuità che ne è la sorgente.”

(CEI, Lettera ai cercatori di Dio)

giovedì 21 gennaio 2010

Una rosa bianca


“Coltivo una rosa bianca
in giugno come in gennaio
per l’amico sincero
che mi dà la sua mano franca.
E per il crudele che strappa
il cuore con il quale vivo
né cardo né ortica
coltivo la rosa bianca.”

(José Martí)


domenica 17 gennaio 2010

Tutta la felicità della vita

«Il male? Il male?» rispose Pierre. «Noi tutti sappiamo cosa è male per noi.»
«Sì, noi lo sappiamo; ma quel male che conosco tale per me, io non lo posso stabilire in un altro uomo» - ripeté il principe Andrea, animandosi sempre più e desiderando evidentemente di manifestare a Pierre la sua nuova maniera di vedere le cose. Egli parlava in francese. «Je ne connais, dans la vie, que deux maux bien réels: c’est le remords et la malarie. Il n’est de bien que l’absence de ces maux.* Vivere per sé, evitando soltanto questi due mali: ecco la mia saggezza di adesso.»
«E l'amore del prossimo, e l’abnegazione di sé? » cominciò a dire Pierre. «No, io non posso consentire con voi! Limitarsi a vivere in modo da non commettere il male, per non avere a pentirsi, è ben poca cosa. Io vivevo così, vivevo per me e ho sciupato la mia vita. E soltanto ora, quando vivo, o almeno mi sforzo» Pierre si corresse per modestia «di vivere per gli altri, soltanto ora ho compreso tutta la felicità della vita. No, non sono d'accordo con voi, ma anche voi non pensate quello che dite.»

*Io non conosco nella vita che due veri mali: il rimorso e la malattia. E il bene non è che l'assenza di questi mali.

(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

venerdì 15 gennaio 2010

A come Amicizia

“La lontananza non è mai distanza”

mercoledì 13 gennaio 2010

Seguire una stella


“Io sono uno dei Magi, anch’io ho preso di mira
una stella, anch’io sto sognando una meta.
Sognare di seguire una stella, poterlo fare, oggi
come allora, quando il cielo chiamò a raccolta
gli uomini e un angelo invitò la terra ad accogliere
il dono che dall’alto arrivava, è desiderare di vivere.”

(Gennaro Matino)

venerdì 8 gennaio 2010

Radici di bontà

“Il carretto avanzò per un viale inghiaiato pieno d’erbacce, sotto una nobile arcata di alberi della Cina, le cui forme aggraziate e il fogliame, sempre rinverdito, sembravano le uniche cose che l’abbandono non avesse spaventato o abbrutito: simili a nobili spiriti, in cui la bontà ha sì profonde radici da fiorire perfino nello sconforto e nella decadenza.”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

martedì 5 gennaio 2010

Il tempo che mi appartiene

“— E che dire, — seguitò St. Clare, parlando in astratto ma con molta emozione, — di qualcuno che, chiamato invano dal suo cuore, dalla sua istruzione, dai bisogni della società, a qualche nobile scopo si è contentato di andare alla deriva, sognatore inutile e spettatore neutrale delle lotte, delle angosce e delle ingiustizie degli uomini, quando avrebbe potuto fare la sua parte?
— Direi, — osservò la signorina Ophelia, — che dovrebbe pentirsi e cominciare adesso.
— Sempre pratica e dritta allo scopo! — commentò St. Clare col volto illuminato da un sorriso. — Tu non mi lasci mai tempo per le considerazioni generali, cugina mia: mi riporti in quattro e quattr’otto al tempo presente; hai sempre in mente una specie di eterno adesso.
Adesso è il solo tempo che mi appartiene. —”

(Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom)

lunedì 4 gennaio 2010

Fine del mondo?

“Quello che il bruco chiama la fine del mondo, il maestro la chiama farfalla.”


venerdì 1 gennaio 2010

Aria fresca

“La speranza
è la finestra che al mattino
ti consegna un giorno
tutto nuovo.
Basta che la apri.
La speranza
è l’aria fresca
che ti ricarica i polmoni
di ossigeno nuovo.
Basta che la respiri.”


(Tonino Lasconi)

BUON ANNO!!